Alla scoperta di un luogo iconico e familiare, tra chiese, musei, spiagge e scale
Ci sono luoghi che crediamo di conoscere. Persino quando non ci siamo mai stati. Sono infatti talmente radicati nel nostro immaginario che, una volta raggiunti, ci sembra di ritrovare un vecchio amico. Amalfi è così, ci viene incontro con la sua luce e i suoi colori e ci appare subito familiare, parte di un racconto condiviso a noi noto. Salvatore Quasimodo, siciliano innamorato della cittadina campana, l’aveva definita “il giardino che cerchiamo sempre e inutilmente dopo i luoghi perfetti dell’infanzia” esprimendo quella sensazione di familiarità e nostalgia che il centro più grande della Costiera trasmette a chi la visita.
A guardarla dal mare, non sorprende che sia sempre stata meta ambita e territorio di conquista, punto di partenza e di arrivo per le genti più diverse e lontane. Prima Repubblica Marinara d’Italia, è stata fin dalla sua nascita legata al mare e a chi i mari li solcava. Non a caso, le Tavole Amalfitane, il più antico codice marittimo italiano, sono state qui redatte intorno al XI secolo, regolando da quel momento in poi i traffici nel Mediterraneo fino al Cinquecento.

Viaggio in una storia secolare
Oggi raggiungere Amalfi è come fare visita a un’amica preziosa, che sa sempre come regalarti il sorriso. E poco importa che vi si approdi per goderne delle spiagge o dell’animazione dei suoi vicoli, per gli scorci magnifici sul mare o per approfondirne la storia e la cultura. Qualunque sia la prospettiva da cui la si guardi, l’antica città portuale sa come rubarti il cuore. Poi, certo, ci sono tappe immancabili e luoghi che non si possono trascurare anche nella remota eventualità che si giunga qui unicamente – e non sarebbe comunque poco – per fare un tuffo nelle sue acque. Parliamo del suo patrimonio architettonico, eredità di una storia secolare che resta in vita proprio grazie alla bellezza delle sue opere.

La Cattedrale di Sant’Andrea
Al primo posto non possiamo che trovare il suo magnifico Duomo. Conosciuto anche come Cattedrale di Sant’Andrea, rappresenta la classica tappa imperdibile, anche e soprattutto per quanti qui sono solo di passaggio. Del resto, raggiungerlo è un’avventura già di suo da raccontare. Si trova infatti nel cuore del centro storico, in Piazza Duomo appunto, e per accedervi bisogna percorrere i 55 gradini di una imponente scalinata che è tutt’uno con l’immagine iconica della sua facciata.
Fondato nel X secolo, in epoca arabo normanna, testimonia la propria storia attraverso la compresenza di stili diversi. Se dunque la sua facciata dal motivo a strisce parla di influenze bizantine e romaniche, l’atrio racconterà di trascorsi gotici mentre l’interno porta tracce barocche e rococò. Da ammirare, tra gli altri, sono il mosaico di Domenico Morelli sul timpano della chiesa raffigurante Il Trionfo di Cristo e la porta bronzea, commissionata a Costantinopoli nel 1060 da un ricco mecenate locale.

Il Chiostro del Paradiso
Per ammirare un altro dei tesori di Amalfi non serve spostarsi troppo dalla cattedrale appena visitata. Il cosiddetto Chiostro del Paradiso, infatti, fa parte del complesso monumentale del Duomo stesso. Tra i più belli della Costiera, è stato costruito in stile romanico-amalfitano tra il 1266 e il 1268 e deve il suo nome al fatto che fosse usato in origine come cimitero. Luogo di sepoltura per i nobili, regala oggi la sensazione di trovarsi in un posto esotico, tra archi acuti d’influsso moresco sostenuti da colonnine binate in marmo. Dal rigoglioso giardino interno, incanta con i giochi di luce e ombra creati nel quadriportico dalle volte a crociera così come per quella atmosfera senza tempo che sempre regalano i luoghi ammantati di spiritualità.
La Basilica del Crocifisso
Ormai sconsacrata, ma tutt’uno con la storia e la struttura architettonica del Duomo è la Basilica del Crocifisso. A conferma del sedimentarsi di epoche, storie, popoli e stili che fanno di Amalfi la fascinosa cittadina che oggi amiamo, questa chiesa rappresenta il primo nucleo della cattedrale, le cui basi risalirebbero all’epoca paleocristiana, nel VI secolo. Posta tra il Chiostro del Paradiso e il Duomo, condivide con quest’ultimo la facciata, mantenendo l’ingresso sotto lo stesso portico, nell’ultima campata sulla sinistra. Con l’avvicinarsi all’anno Mille si è trovata a lasciare spazio e soprattutto importanza alla nuova cattedrale, diventando una cosa sola con essa, in un unico edificio a sei navate. Nel XIII secolo era stata restaurata in stile moresco, con l’aggiunta di monofore e bifore nella facciata e lungo le pareti laterali, mentre la navata sinistra era stata eliminata nel 1268 per fare spazio al Chiostro del Paradiso. Dedicata al Crocifisso, tra il XVII e il XVIII secolo era stata decorata in stile barocco, con tutta una serie di apparati che sarebbero stati eliminati a partire dal 1931 per restituirla all’aspetto originario. Dal 1996 ospita il Museo Diocesano.

Il Rione Vagliendola
Uscendo dalle chiese ed entrando nella vita quotidiana della cittadina, il luogo migliore per respirare l’atmosfera locale è il Rione Vagliendola. Tra i quartieri più antichi e affascinanti della città, si trova alle pendici della collina e si offre come un groviglio di vicoli stretti e tortuosi, cortili e scalette, con casette bianche e pastello dai tetti a volta e i balconi adornati di fiori adagiate sulla montagna. Non dovesse bastarvi il gironzolare nel suo labirinto, impegnatevi nella ricerca dei suoi luoghi storici di culto, dalla Chiesa di San Biagio con il campanile affacciato sul mare al complesso monumentale di San Pietro alla Costa.
L’Arsenale
Dal Rione Vagliendola basta fare pochi per raggiungere l’Arsenale. Considerato il monumento simbolo di quella che fu la Repubblica Marinara, rappresenta un importante esempio di architettura medioevale, l’unico rimasto nella sua struttura originaria in tutto il Sud Italia. Visitarlo significa tornare ai fasti antichi di Amalfi, scoprendo il luogo di costruzione e di partenza delle navi che diedero lustro alla città. Risalente al IX secolo e interamente costruito in pietra, era in origine costituito da tre gallerie poggiate su pilastri che si estendevano fino al mare. Oggi ne possiamo vedere solo una parte, dato che il resto è stato distrutto dalle tempeste quanto dall’uomo, ma se ne possono comunque ancora ammirare le volte a crociera. Restaurato solo nel 1934 e aperto al pubblico, l’Arsenale viene oggi utilizzato per organizzare mostre ed eventi culturali oltre che per ospitare, dal 2010, parte del Museo della Bussola e del Ducato Marinaro.
Il Museo della Carta
Prima di raggiungere le spiagge e stendersi al sole fino a sera c’è un altro luogo che ci aiuterà a comprendere e se possibile amare ancor di più Amalfi. Si tratta del Museo della Carta, memoria di uno dei fiori all’occhiello della città in epoca antica, ossia la produzione della cosiddetta carta di Amalfi o Carta Bambagina. Visitarlo sarà anche l’occasione per entrare in una cartiera medievale, uno degli edifici industriali più antichi della città.
Lo stesso ambiente circostante vale la visita. L’edificio che ospita l’istituzione si trova infatti in una valle rigogliosa attraversata da un ruscello e lo stesso suono dell’acqua che scorre, componente essenziale nel processo di produzione, contribuisce a creare un’atmosfera unica. Il museo offre una serie di mostre permanenti che documentano la storia della carta di Amalfi, comprese le antiche macchine per la sua fabbricazione, le pile a magli che servivano a macinare gli stracci e la pressa idraulica.

Le spiagge più belle
Soddisfatte tutte le curiosità sul fronte culturale, non resta che immergersi nella vita quotidiana amalfitana, fatta di passeggiate tra i vicoli del centro, panorami incantevoli, un po’ di shopping, ottimo cibo e, naturalmente, tanto mare. Per concedersi qualche ora in spiaggia non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dai lidi più noti e facilmente accessibili a quelli più nascosti e meno frequentati, Amalfi risponde ai bisogni di un po’ tutti. E se tra le spiagge più conosciute e amate spiccano quella del Duoglio, di Marina Grande e di Santa Croce, il litorale non si risparmia certo in quanto a calette e angoli alternativi.
Del resto, anche il solo raggiungerle regala un’esperienza indimenticabile. È il caso della stessa celebre spiaggia di Duoglio, situata ad appena un chilometro da Amalfi e collegata alla strada statale da una scenografica scalinata di quasi cinquecento scalini. Ne caso non foste in vena di percorrerli, ricordate che c’è sempre la possibilità di arrivarvi via mare, partendo da Amalfi e costeggiando alcune delle altre belle spiagge del litorale.
Se non temere il bagno di folla, lanciatevi alla conquista di un posto al sole sulla spiaggia di Marina Grande. Si tratta della spiaggia più grande e capiente di Amalfi, nonché una delle zone più frequentate di tutta la Costiera Amalfitana. Nonostante la ressa farci un salto ne vale comunque la pena, scegliendo se approfittare dei servizi di uno dei suoi numerosi stabilimenti o cercare spazio in una delle zone libere. La potrete raggiungere facilmente a piedi dalla città.
Già meno immediato è arrivare a un’altra delle spiagge iconiche di Amalfi: Santa Croce. Quanto quella di Duoglio anche questa è raggiungibile tramite una lunga quanto spettacolare scalinata e, una volta conquistata, offre sabbia fine e chiara lungo il fianco dell’imponente litorale roccioso.
Per finire, se non vi lasciate spaventare dalle difficoltà potrete guadagnare un’altra piccola perla della costiera qual è la spiaggia del Fiordo di Furore. Tra i suoi svantaggi, quello di essere illuminata completamente dal sole solo per poche ore al giorno a causa della sua particolare conformazione rocciosa e di non essere raggiungibile se non in barca o lungo una impervia scala che scende dalla statale. Inoltre, essendo lunga appena 25 metri, non presenta alcuna attrezzatura. I lati positivi sono tutt’uno con i cosiddetti difetti appena elencati, legati come sono alla possibilità di vivere attimi di gioia assoluta in un luogo poco frequentato, immersi in un’atmosfera magica e romantica, tra il mare e la roccia e strapiombo.